venerdì 29 maggio 2009
Nagasaki per scelta o per forza
L'autore americano-italo di prima generazione, si difende bene per la parte di "cuore" autobiografica. La parte di retorica politica, l'impossibilità di evitare questa conclusione della guerra, è da condividere come documento storico.. l'ideale linearità di coinvolgimento, cozza inevitabilmente con un universo piccolo, direi personale dell'autore; si autodefinisce, infatti, come primo libro a presa diretta sugli accadimenti di quel tempo.
La storia purtroppo è reale e l'autore tenta una rincociliazione nel definire la sua speranza, il bombardamento atomico come un fatto non più ripetibile per le immense conseguenze, anche morali.
Scritto che andrebbe confrontato con testi più teoretici per ridurlo alla sua giusta dimensione, ma pure per sottolineare il "non sense" del "real think", quindi fattivamente ricondurci al dialogo.
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