Più che un libro sulla matematica è un libro sul linguaggio. Esteso nelle sue oltre 300 pagine, a volte sembra un romanzo, nondimeno ci sono degli esempi reali del nostro modo di calcolare, divisi nettamente fra numeri fino al 3 e numeri "astratti" dal 4 in poi. Questo perché il testo si proporrebbe di spiegare come mai la logica e/o matematica dei modelli sia una cesura netta con le esperienze quotidiane di calcolo, differenza dovuta per lo più all'impegno nel riconoscere i modelli, fattore culturale quindi. La complessità dell'astrazione è riconoscibile solo nell'essere umano ed è essenzialmente una forma di descrizione della realtà che ci circonda, con mezzi a noi opportuni; tale metodologia però è applicata massicciamente alla vita dell'uomo che include ogni nostro oggetto di consumo.
Interessante è la parte del linguaggio, basato sull'albero del linguaggio fondamentale: soggetto - verbo - oggetto, comune a tutte le lingue del mondo.
Le ipotesi di scienza speculativa proposte dall'autore indicano una possibile continuità con la teoria darwininana della selezione naturale. L'argomento di dire che il linguaggio possa essersi sviluppato per adattamento e successivamente come strumento di astrazione (comunicazione) è appetibile, ma di difficile confutazione.
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