Edito nel 2010, con una vasta sezione "note" bibliografiche e dettagliato nelle spiegazioni, espone la grande conoscenza dell'autore della materia e delle buone pratiche da intraprendere complessivamente in questo paese. Alto è l'impegno morale e civile nel ricordare a tutti il sottile equilibrio in cui viviamo.
Valido percorso storico delle norme di tutela paesaggistica e dei beni culturali degli ultimi 5 secoli in Italia. L'analisi include alcuni accenni al diritto romano e da esso prende spunto per incentivare l'azione popolare dei cittadini, il tutto all'interno di una cornice giuridica e amministrativa in continua evoluzione, ma che è delimitata dalla Costituzione della Repubblica Italiana.
Estremo interesse suscita lo sviluppo delle normative nella costituzione, intesa da principio nel '46/'48 come ordinamento a salvaguardia di interesse generale dei beni comuni, paesaggistici, del patrimonio culturale e della salute. Lacuna dell'articolo 9 ed anche della legislazione precedente con le leggi Bottai, Croce e indietro fino alla prima legge Rava del 1909 è proprio la separazione fra paesaggio e beni culturali che dal 1972 con l'avvento delle regioni segna un processo costante di devoluzione ai poteri locali, con una scissione fra la gestione edificatoria in capo ai comuni e la tutela su scala nazionale delle risorse ambientali e culturali, ormai in disaccordo con una prassi e gestione sempre più clientelare e localistica e con la legge stessa che imporrebbe la tutela in primo luogo.
Interprestito della biblioteca di Pedavena (BL).
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