L'analisi è fatta con l'ausilio di varie tabelle e prospetti, rigorosa perché parte dalla prima industrializzazione di fine '800 e continua in una previsione futura che si è realizzata in parte, con le svalutazioni della lira, il divario dalle economie più forti vi è qui confermato come ipotesi di stagniazione a mercati aperti con la globalizzazione poi avvenuta.
L'autore propone infine di adeguare le regolamentazioni del lavoro nel verso di un abbassamento dello stesso e quindi della pressione fiscale, previa una redistribuzione da collocarsi nel quadro perdurante di salari bassi. L'aumento della flessibilità contrattuale è in coda al problema della riforma rivolta alla competitività ed al mercato della pubblica amministrazione la leva attraverso cui ammodernare il quadro normativo ed il mercato del lavoro italiano.