lunedì 15 giugno 2015

Le regole di governance economica europea Profili giuridici del Treaty on Stability, Coordination and Governance in the Economic and Monetary Union (TSCG) di Anna Ioppolo


Trattato sul fiscal compact.
Riepilogo storico-giuridico degli anni della crisi dal 2010 fino all'implementazione del pareggio di bilancio del 2012. Testo denso di riferimenti normativi dei regolamenti europei ed al contempo l'esclusività di questo ultimo approdo, unico nel suo genere perché ricerca il coordinamento delle politiche economiche al di fuori dell'unanimità dei patti dell'Unione Europea, intraprendendo una via esterna cosidetta di patto intergovernativo il quale è aperto ai paesi non aderenti alla moneta unica, ma a livello di sottoscrizione volontaria. Questo percorso conclude il Meccanismo Europeo di Stabilità, prevedendo dei fondi a disposizione degli stati in difficoltà, ma con precisi vincoli di bilancio, come la riduzione del debito pubblico entro il 60% del PIL e del deficit entro il 3%.
La conclusione descrive l'ipotesi di trattati allargati e volontari come nuova via di regolamentazione dell'Unione Europea, anche se sembra che ciò impedisca una vera coesione e economica e sociale. La previsione di bilanci statali sostenibili finanziariamente cozza duramente con la realtà sociale, di welfare, di crisi economica e di debito oltre il 100% che studi approfonditi delineano già come livello insostenibile.

venerdì 12 giugno 2015

Lobby d'Italia - Francesco Giavazzi


Libretto del 2005 fatto di articoli scritti dall'autore prevalentemente sul Corriere della Sera ma anche su altri quotidiani che ripercorre il problema delle lobby d'Italia e/o delle mancate liberalizzazioni che ad un decennio di distanza paiono ancora incompiute, specialmente nel settore dei servizi. La storia si ripete, se è vero che governi di varia coloratura politica e tecnica nonché di varia caratura personale oramai delineano per il nostro paese un perenne conflitto di interessi esteso dai settori a tradizionale dominanza monopolistica statale alla pervasiva presenza anche nei settori più innovativi. Qualche esempio di liberalizzazione riuscita c'è stato come nella telefonia mobile e in qualche nicchia che si fa fatica a distinguere, ma nel complesso si è assistito ad un aumento della spesa pubblica, ad un crollo dei consumi come nei modelli sudamericani citati nel finale del libro. Il grosso problema delle banche permane tutt'ora con la cifra enorme di quasi 200 miliardi/€ di crediti incagliati dovuti ad un sistema bancocentrico, e nel momento di crisi attuale tende ad acuirsi con le grosse banche che non riescono ancora a modernizzarsi ed a competere a livello mondiale. Che dire poi del fatto che con un'ampia parte della popolazione inattiva non si riesca a creare un sistema solidaristico allargato, dove cioè tutto viene lasciato a poche iniziative improvvisate nel combattere la povertà.
Certamente interessante e pieno di retroscena dell'epoca, lascia l'amara senzazione che nulla sia cambiato nel feudalesimo italiano.
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