Il punto di vista indiano sul cambiamento climatico è indispensabile. L'Asia è il continente che assieme all'Africa soffre maggiormente di questo problema.
Scritto da un romanziere, questo testo affronta il perché nella narrativa odierna ci sia ancora reticenza nel dibattere su di un problema sociale, economico e soprattutto scientifico. Naturalmente lo fa con le percezioni della scrittura, storia e filosofia millenarie e di quel paese e dell'Occidente; dal 2015 ad oggi il movimento d'opinione al contrario dello scetticismo qui espresso vede una grossa presa di consapevolezza grazie ai "Fridays for future" impersonificati da Greta Thunberg anche se a livello politico nonostante le conclusioni di COP15 e dell'enciclica del Papa assistiamo ad un moltiplicarsi delle stratificazioni e dei problemi. La narrativa inizia a pubblicare libri e argomentazioni interessanti, nonostante ciò l'evidenza delle sempre più numerose catastrofi naturali sostiene la tesi dell'autore secondo cui assistiamo ad una cecità dalle conseguenze imprevedibili; l'appello che egli fa affinché le religioni di grossa tradizione sensibilizzino l'opinione pubblica pare si stia realizzando anche in base ai sondaggi che vedono negli USA un cambiamento negli ultimi anni verso una maggioranza silenziosa più incline ad accettare il Climate Change come un dato di fatto. Il grande problema rimane la carente divulgazione scientifica e la politica.