martedì 16 novembre 2010

Festival management e destinazione turistica - Barbara Maussier

Testo del 2010 presentato anche al


di Bologna. Libro che mancava nel panorama editoriale italiano, con taglio prettamente pratico. Si può dire che è lo stato dell'arte attuale dei circa 1000 festival organizzati in Italia alla fine di questo anno di crisi, che confermano un trend: la fame di cultura e arti, si accresce con la scomparsa del ruolo della TV pubblica ed la contestuale pervadenza di internet. Da un punto di vista sociologico è la naturale conseguenza del fatto che sempre più gente è istruita, anche nelle località di collina o montagna dove questi festivals si svolgono. Analisi sociologica che ha come testo di riferimento in
Eventi culturali e partecipazione sociale. Una lettura sociologica
di
Ieracitano Francesca
e che leggerò a breve.

La sintesi del testo in questione, è la programmazione e progettualità. Si parte dal contesto generale di riferimento e si passa per la scomposizione del lato artistico rispetto a quello organizzativo. Il valore artistico è dato dalla multidisciplinarità dei festival e in un mondo sempre più globalizzato, dalla provenienza estera di perlomeno una buona metà degli artisti nei festival già affermati. A livello organizzativo, che è poi la parte più trattata, ci si concentra su tutte le tematiche dai finanziamenti/sponsorizzazioni alla logistica, passando per il budget, l'organizzazione delle risorse umane che saranno sempre più in futuro l'humus dei festival. Esse infatti facendo breccia nel territorio locale, a parte alcune lodevoli eccezioni come il Festival della Letteratura di Mantova, porteranno sempre più a ridefinire i festivals come prodotti turistici da contestualizzare ad un'offerta molto marcata di beni artistici e culturali nel nostro paese degli 8100 comuni. Si prodotto turistico perché valorizzerà sempre di più le specificità di un territorio che magari in apparenza è addormentato, ma che va solo risvegliato, cercando di coniugare il benessere portato dalla cultura (si parla di ritorni nei festival più riusciti fino a 10 volte tanto il capitale investito) con un grado di complessità sociale sempre maggiore e di sfida nel democratizzare questi eventi e renderli fruibili e rispettosi delle esigenze di crescita armonica di economia e eguaglianza civile.
 

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