mercoledì 28 dicembre 2011

Nikolaj Berdjaev - Schiavitù e libertà dell'uomo


Teoria della filosofia personalistica come la definisce l'autore, il russo Nikolaj Berdjaev. Opera composta in esilio in Francia nel 1939. Russo a fronte, traduzione di Enrico Marchetti un giovane classe 1981. Il seguito del testo bene definito dal curatore, è un susseguirsi di luoghi e modi della vita spirituale dell'uomo.


Si può affermare che il filosofo russo riesca a porre la questione della persona estraendola dalle correlazioni logiche del pensiero moderno e storico derivate. Teoria finalistica la sua, che inquadra gli errori dei suoi predecessori, ma che si poggia principalmente nella fede cristiana. Notevole il riferimento al nichilismo ed alla sua interpretazione di una espressione materialistica e forse incoerente per l'annullamento della prospettiva umana in quanto lasciva di troppe manipolazioni schiavistiche. Alle seduzioni schiavistiche dell'era moderna sono dedicati il capitolo terzo e centrale del testo, testimonio di tutte le ideologie novecentesche e moderne dal capitalismo in poi.


La libertà della persona individuale ma sociale è ciò che accomuna in parte l'anarchia, l'autore però qui ci risolve l'inefficacia di simile ideologia, l'anarchia è irriducibile alla persona-individuo perché abbassa la spiritualità anche qui a mero mezzo, mentre il fine permane e viene definito in più occasioni come la trascendenza verso l'alto, il soggettivismo contro l'oggettivismo. La libertà non può che assumere una forma spirituale che operi nel concreto, concedendo la fratellanza, la solidarietà e l'umanità piena di ogni persona.

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