lunedì 31 agosto 2015

Economia e cultura - Michele Trimarchi - Franco Angeli editore


Analisi completa delle organizzazione e finanziamento delle istituzioni culturali. La definizione di prodotto culturale è la quadra per cui si sviluppa il testo.
Essendo un prodotto particolare, di quasi impossibile valutabilità a priori economica e "affettiva". Si qualifica poi la necessità dell'intervento pubblico a sostegno della cultura, maggiormente al settore no profit. Le motivazioni sono la garanzia della pluralità delle voci, la libertà espressiva, la sperimentazione e l'innovazione.
Vi è naturalmente il problema delle esternalità (morbo di Baumol) e imprevedibilità dei costi, inserendo in questo quadro già complesso l'esigenza del controllo della qualità che a distanza di 22 anni dalla prima edizione si dimostra sempre più diffusa e produttiva di conseguenza benefiche nell'ampliamento del bacino dei potenziali fruitori tramite l'elevazione dell'offerta internazionale e digitale.

Il percorso si fa netto nella definizione di offerta e domanda  culturale, dove la  prima viene vista come possibilità di espressione orizzontale e trasversale alle fasce sociali, escludendo il più possibile le barriere all'accesso; mentre la seconda è sempre più determinata dalla moltiplicazione dell'accessibilità alle produzioni creative che determinano la disponibilità a pagare dei consumatori. I prodotti culturali come gli spettacoli dal vivo e/o le opere d'arte diventano così momenti unici esperienziali, i festivals ne sono un esempio catalizzatore nel successo e nella storia dei costumi sociali.

La fiducia diviene la base del valore reputazionale nel rapporto tra finanziamento della cultura e dal settore privato e dal settore pubblico, individuando nell'analisi comparata e multidisciplinare lo sviluppo futuro a sostegno della cultura e dell'indotto umano ed economico in continua crescita.

giovedì 27 agosto 2015

Essere ottimisti è da criminali - Theodor W. Adorno

Una conversazione televisiva su Samuel Beckett è il sottotitolo.
Testo breve e complesso. Nella prima parte viene tradotto il dibattito a più voci fra alcuni studiosi sull'opera cinematografica "Film" di Beckett, che vuol'essere privo di significati e/o politico. Il realismo è una categorizzazione che si ripercuote in questa analisi dei significati, di difficile soluzione, ma di indubbia abilità artistica nel sollevare la questione del non senso. Da leggere anche per percepire la trama, quasi indescrivibile.

La seconda parte vede descritto il rapporto fra Adorno e Beckett, con riferimenti storico-culturali e di non facile accesso. Infine il titolo del libro si esplica come una descrizione priva di speranza e nell'estetica, che sa di impotenza, vuoto e indefinibilità, ma in "senso lato" forse anche per il futuro dell'uomo nella metafisica delle sue opere comunque irrevocabili.

l'ancora del mediterraneo editore


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