Analisi completa delle organizzazione e finanziamento delle istituzioni culturali. La definizione di prodotto culturale è la quadra per cui si sviluppa il testo.
Essendo un prodotto particolare, di quasi impossibile valutabilità a priori economica e "affettiva". Si qualifica poi la necessità dell'intervento pubblico a sostegno della cultura, maggiormente al settore no profit. Le motivazioni sono la garanzia della pluralità delle voci, la libertà espressiva, la sperimentazione e l'innovazione.
Vi è naturalmente il problema delle esternalità (morbo di Baumol) e imprevedibilità dei costi, inserendo in questo quadro già complesso l'esigenza del controllo della qualità che a distanza di 22 anni dalla prima edizione si dimostra sempre più diffusa e produttiva di conseguenza benefiche nell'ampliamento del bacino dei potenziali fruitori tramite l'elevazione dell'offerta internazionale e digitale.
Il percorso si fa netto nella definizione di offerta e domanda culturale, dove la prima viene vista come possibilità di espressione orizzontale e trasversale alle fasce sociali, escludendo il più possibile le barriere all'accesso; mentre la seconda è sempre più determinata dalla moltiplicazione dell'accessibilità alle produzioni creative che determinano la disponibilità a pagare dei consumatori. I prodotti culturali come gli spettacoli dal vivo e/o le opere d'arte diventano così momenti unici esperienziali, i festivals ne sono un esempio catalizzatore nel successo e nella storia dei costumi sociali.
La fiducia diviene la base del valore reputazionale nel rapporto tra finanziamento della cultura e dal settore privato e dal settore pubblico, individuando nell'analisi comparata e multidisciplinare lo sviluppo futuro a sostegno della cultura e dell'indotto umano ed economico in continua crescita.