venerdì 1 gennaio 2016

Cultural accountability - Stefano Monti


Perché la cultura non può essere misurata? Sembra questa la domanda ricorrente di questa analisi puntuale del fallimento culturale italiano. La problematica della sostenibilità progettuale è ad ampio raggio e profondamente collegata alla sostenibilità economica, in pratica la vasta quantità e qualità di indici presente in tutti i settori produttivi viene ancora sistematicaticamente evasa nel settore culturale; il sostegno pubblico mentre subisce una forte diminuzione, richiede una forte ridefinizione dei metodi di valutazione della meritorietà. I vari Global Report Indexes riportati sono un primo tentativo insieme all'introduzione della Corporate Social Responsibility verso l'avvicinamento del sostegno privato alla cultura. Questo perché l'ampliamento dei mercati denota l'esigenza di una diffusa oggettivazione degli stessi e conduce alla ricerca di un equilibrio che si basa sulla capacità di consumo degli utenti, come pure nella reale conoscenza del benessere e dell'indotto socio-culturale creato in Italia. Numeri che già oggi ci dicono che siamo a 400000 occupati e a 214 miliardi di PIL prodotto. La prassi dell'accountability/rendicontazione è il concetto centrale per il futuro, per la gestione strategica, finanziaria e delle risorse umane nelle imprese culturali private e pubbliche. Il fatto che esistano le PMI come tante istituzioni a livello locale può solo indurci a chiedere come mai nell'economia digitale/multimediale/culturale i colossi americani la facciano da padrone e infine per cercare di cambiare le cose positivamente, che cioè tutti gli attori si sentano partecipi e condizionanti nell'effettiva gestione delle pratiche culturali, dove il privato è bene ribadirlo, non è una moda passeggiera, ma vista la struttura economica fondamentale delle nostre società è qui per generare ricchezza e valori positivi.

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