sabato 21 novembre 2015

Jobs Act 2015 - Il Sole 24 Ore


Breve instant book (95 pagine) delle disposizioni normative di riforma del mercato del lavoro italiano. Descrizione lineare e normativa dei forti cambiamenti e oggettive penalizzazioni del lavoratore, dove al posto del valore umano si va a configurare il nuovo welfare come un gioco a perdere sotto molti aspetti, a cominciare dal licenziamento che viene commutato in merce di scambio economica a discrezione del singolo provvedimento, per passare alla tutela occupazionale stante le quasi inesistenti forme di ricollocamento presenti in Italia; si conclude con il dimezzamento dell'assegno di disoccupazione. Problemi si creano poi con la decontribuzione delle assunzioni, come dimostra il caso di Tolmezzo dove tre neo assunti a tempo indeterminato sono stati licenziati dopo 8 mesi. Naturalmente tutto questo in complesso quadro mondiale di un lavoro che cambia, ma in Italia sembra non cambiare mai, perché anche in ottica previdenziale annuncia una forte penalizzazione delle generazioni post baby boom, i nati dagli anni 70, le quali ricaveranno di pensione circa il 40% del loro stipendio pieno ove c'è occupazione a tempo indeterminato. Grande punto interrogativo sul livello di povertà in cui versa una parte degli italiani vista la continua complicazione contrattuale che questo provvedimento doveva affrontare e non affronta lasciando sul campo decine di contratti di lavoro diversi (qui non esattamente descritti, con qualche accenno all'abolizione dei co.co.co). Il nodo del debito pubblico resta centrale e della conversione produttiva di un paese sempre più reclinato su se stesso, in termini economici, sociali e demografici.

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