mercoledì 13 agosto 2014

Due. La macchina della teologia politica e il posto del pensiero - Roberto Esposito


Testo ambizioso e complesso di filosofia politica. Si sviluppa su più piani storici e filosofici, con il punto centrale del cosiddetto "dispositivo della persona". Tale situazione è la separazione e affettazione dell'uomo mediante il finalismo politico e principalmente teologico, di dominanza religiosa e di matrice cristiana. A tratti molto astratto e visceralmente ontologico nella ricerca, indaga il divenire dai capisaldi greci alla romanità con riferimenti molto precisi e che per l'interpretazione corretta del testo richiederebbero una preparazione che io non ho. Bello il finale, che rimanda all'economia ed all'antropologia di David Graeber e della sua spiegazione del debito come peso morale e senso di colpa continuo (dalla religione) in coazione con il dominio continuo dell'uomo nichilista sulle possibilità dell'essere, inappetibili a livello di politica di eguali ancorché iscritti nelle leggi della res publica e puntualmente discriminati dalla macchina della teologia politica che definisce il debito come "sovrano", in un certo senso un appendice di una visione monoteistica della società in cui uno comanda e che ci riduce tutti a dei numeri ed a una verità singola ed assoluta.

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