venerdì 26 dicembre 2014

Spopolamento montano: cause ed effetti - Mauro Varotto, Roland Psenner


Trascrizione dei due convegni sulla montagna tenuti a Belluno e Innsbruck nel 2001 e 2002, in tedesco e italiano con testi orginiali. A distanza di anni è interessante ripercorrere gli errori poi commessi e le analisi che qui sono contenute ne avvalorano la mancanza della politica e dell'economia. Resoconto storico delle cause/origini e del "nomadismo" montano, di una conduzione altamente sbagliata delle politiche nella montagna italiana, le quali continuano e si accentuano nei paesi dormitorio come Comelico Superiore. Lo spopolamento deriva in gran parte dalle difficoltà ambientali di questo territorio, assieme al parlarsi addosso di professori e decisori politici che sulla carta propongono ognuno la propria (corretta) soluzione e o leggina, ma che poi nella realtà ineluttabile del cambiamento dell'economia vanno a creare burocrazia e caste. Quello che c'è in questo libro è un insieme qualitativo/quantitativo di statistiche variegate che dispiegano l'incidenza dell'agricoltura come fattore necessario, del turismo come possibile e del manifatturiero come difficile nella vita di montagna. In relazione alla pianura mancano si infrastrutture, ma soprattutto modernità, nel limbo delle province che scompaiono e riappaiono, manca la finanza ma c'è la speculazione edilizia, c'è la formazione delle nuove generazioni e il loro inserimento altrove. Laddove la velocità è presente è nella gentrificazione di intere generazioni che scendono a valle per impossibilità di sostenere le attuali condizioni di vita, bene accolte dagli studiosi come compensative del pensiero unico e dello stress della vita moderna (la montagna), ma che ad una decade di distanza fra articolo 25, libera concorrenza europea e autonomia della Provincia di Belluno sorvolano sulla parte essenziale, la riappropriazione delle rendite delle centrali Enel, la fiscalità di favore che invece aumenta di finanziaria in leggina il proprio peso sulla montagna con tasse assurde dal sapore ragionieristico per fare correttamente quadrare i conti per l'errato fine di sostegno al bilancio generale dello stato ormai posseduto dalle banche private in possesso del debito pubblico.
Si nota invece come la montagna austriaca e alto atesina regga in proporzione al possesso delle risorse e dell'autonomia da parte delle popolazioni locali, che ha origine nell'istituzione democratica del dopoguerra. Naturalmente queste cose potranno cambiare solamente se a livello europea si ridiscuterà di debito, perché tutte le tendenze dei decenni e non solo dell'ultimo periodo, assumono eco nelle valli marginali e anzi come mi pare di scorgere, ne anticipano i trend che poi diventano nazionali, a livello di povertà e di predazione delle classi dirigenti astratte e impreparate, con le scelte locali calate dall'alto.

A prestito dalla biblioteca di Santo Stefano di Cadore.

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